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Progetti sociali

progetto Elisa

Enrica Ferrazzi, co-fondatrice di “Progetto Elisa per la prevenzione dell’ambliopia”

Che cosa è l’ambliopia?

L’ambliopia, denominata anche sindrome dell’occhio pigro, è una condizione che riguarda il mancato sviluppo della vista a causa di un difetto di vista.

Se un neonato ha un difetto di vista rilevante, viene a mancare la comunicazione tra occhi e cervello. Il cervello, non riuscendo a interpretare correttamente i dati inviati dall’occhio debole, svilupperà solo l’occhio sano impedendo lo sviluppo dell’occhio più debole. Oltre a difetti refrattivi, l’ambliopia può essere dovuta anche a strabismo e deprivazione, quando cioè lo stimolo luminoso non riesce ad arrivare alla retina (ad esempio nei casi di cataratta congenita o ptosi palpebrale).

La testimonianza diretta della dott.ssa Ferrazzi

“Quando mancavano pochi mesi all’inizio della scuola elementare, portai mia figlia Elisa – per puro scrupolo personale – a fare una visita oculistica, la sua prima visita. In quello studio medico sentii per la prima volta la parola ambliopia: in pratica mia figlia non vedeva da un occhio e si poteva fare ben poco per cercare di recuperare. Mi ero sempre considerata una mamma attenta e premurosa, e quindi non riuscivo a darmi pace del perché non mi fossi accorta in tempo che qualcosa di irrimediabile stava accadendo al sistema visivo della mia bambina. Sono andata avanti così per mesi. Finché un giorno mi sono detta: fai qualcosa perché quello che è successo a te non capiti ad altre mamme! Così ho ideato Progetto Elisa che da quindici anni si occupa di prevenzione primaria dell’ambliopia”.

Come ci si accorge che il proprio figlio/a è ambliope? É molto difficile accorgersene, soprattutto se non è presente uno strabismo o qualche altra problematica evidente degli occhietti, che possa insospettire. Questo capita proprio perché nella maggior parte dei casi l’ambliopia è monolaterale: con l’altro occhio il bambino/a vede bene e quindi non ci sono “segnali di avvertimento” che possano far insospettire i genitori.

Quali sono le conseguenze se non viene riconosciuta la sindrome precocemente? Se non la si tratta entro i 6 o 7 anni, l’ambliopia può portare a una drastica riduzione permanente della vista dall’occhio interessato, fino a cecità.

Un bambino/a ambliope può recuperare la piena funzionalità dell’occhio? Sì, ma solo se si interviene precocemente. Innanzitutto bisogna intervenire sulle cause: se c’è una cataratta, sarà necessario un intervento chirurgico, mentre se c’è un difetto della vista (come accade nella grande maggioranza dei casi) si metteranno degli occhiali in grado di correggerlo. L’uso dei soli occhiali è risolutivo solo se l’ambliopia viene individuata precocemente, ovvero, entro il terzo anno di vita. Se individuata più tardi, dai 5 anni in su. Bisogna anche mettere una benda occlusiva sull’occhio sano per far lavorare quello “malato” e non si hanno sempre buoni risultati. Se il difetto viene individuato ancora più tardivamente, cioè dopo i 6-7 anni, nemmeno la bendina occlusiva potrà più essere efficace e il bambino manterrà la “menomazione” per tutta la vita.

In termini percentuali come si manifesta l’ambliopia? Le statistiche dicono che ogni anno tra il 3 e il 5 % dei nuovi nati sono colpiti dall’ambliopia. Questo vuol dire che in ogni classe di 30 bambini ne troveremo almeno uno a rischio di ambliopia.

Considerate che sulla base dei dati Istat 2019, ogni anno in Italia nascono circa 15mila bambini che svilupperanno ambliopia qualora non si riconosca in tempo la problematica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ambliopia rappresenta una delle principali cause di deficit visivo nell’infanzia ed è fondamentale una diagnosi precoce, in quanto le possibilità di recupero dell’occhio ambliopico mediante apposita terapia decrescono in maniera proporzionale all’età del soggetto.

Qual è l’obiettivo del Progetto elisa? Progetto Elisa vuole sensibilizzare l’opinione pubblica non solo sull’ambliopia ma sul tema della prevenzione visiva in età pediatrica, affinché eventuali deficit dell’acutezza visiva nei bambini possano essere individuati tempestivamente Per questo collaboriamo con moltissimi professionisti, associazioni e realtà che operano sul territorio italiano nell’ambito dell’ipovisione e della prevenzione visiva, anche con riferimento a particolari problematiche della vista come retinoblastoma, cataratta congenita, nistagmo, ecc. Oltre a ciò organizziamo giornate di screening visivi gratuiti per bambini con età compresa tra i 10 e i 22 mesi, grazie a un protocollo operativo ampiamente collaudato in 15 anni di attività.

Come si svolgono gli screening gratuiti? Il piccolo/a viene accompagnato dalla mamma o dal papà. Si esegue poi una telerefrattometria: viene utilizzato un apparecchio grande come una comune macchina fotografica posto a distanza di un metro dal bambino, la cui attenzione è attirata da una melodia e da alcune lucine emesse dall’apparecchio. In pochi secondi si registrano una o più risposte. Poi un ortottista o un oculista consegna e spiega gli esiti ai genitori, assegnando un codice colorato (rosso, giallo, verde) che è di semplice comprensione e consente di evidenziare l’eventuale necessità di immediati controlli e approfondimenti presso un oftalmologo pediatrico

Qual è stato l’impatto del coronavirus sulla vostra attività? Purtroppo abbiamo dovuto pressoché interrompere la parte operativa sul territorio, tuttavia stiamo rafforzando la nostra presenza sui Social (@occhideibimbi su Instagram; ProgettoElisaAmbliopia su FB) per poter informare i neogenitori.

Il “progetto Elisa” prevede anche favole e filastrocche per i bambini. Ci racconta meglio l’iniziativa? Mia figlia Elisa Raimondi, da cui prende il nome il progetto, ha dato alle stampe alcuni libri di favole legati al tema della visione infantile: in particolare, nel primo libricino “Anche le principesse portano gli occhiali”, scritto quando aveva solo 11 anni, Elisa cerca di aiutare i bambini ad accettare di indossare lenti e benda occlusiva per poter continuare a vedere il mondo in tutta la sua bellezza. Maggiori info sui libri possono essere reperite sul sito www.progettoelisa.it, oppure dal link in Bio sul profilo Instagram.

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